Il Premio “Dalla Terra alla Terra”, offerto da Biorepack (consorzio di filiera del sistema CONAI e primo in Europa dedicato agli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile) è assegnato alla figura o al film che meglio illustra le problematiche legate al suolo, alla sua protezione dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici, e alla produzione alimentare sostenibile.
In questa sua seconda edizione, la commissione, composta da rappresentanti Biorepack e CinemAmbiente, conferisce il Premio alla grande teorica dell’ecologia sociale: Vandana Shiva, fisica quantistica, filosofa ed economista.
Attivista politica e ambientalista, ferma sostenitrice della necessità di nuovi paradigmi nell’agricoltura e nell’alimentazione, sin dagli studi universitari compiuti in India e in Canada, si occupa di questioni legate ai diritti sulla proprietà intellettuale, alla biodiversità, alla bioetica, alle implicazioni sociali, economiche e geopolitiche connesse all’uso di biotecnologie e ingegneria genetica.
Nata nell’Uttar Pradesh, Nord-est dell’India, trascorre la sua infanzia tra le foreste del Rajahstan e la fattoria gestita dalla madre, ex maestra di scuola, subendo fin da piccolissima il fascino e la maestosità della natura. La sua è una famiglia progressista, frequentata da intellettuali e discepoli del Mahatma Gandhi e dove la cultura e l’attenzione per i diritti civili e sociali sono di casa.
Tornata in India negli anni Ottanta come ricercatrice in politiche agricole ed ambientali all’IndianInstitute of Sciences e all’Indian Institute of Management, nel 1991 fonda il movimento Navdanya(in hindi “nove semi) per la difesa dei semi autoctoni contro le multinazionali, che rivendicano come loro “proprietà intellettuale” le varietà agricole selezionate nei secoli da comunità locali. Oggi Navdanya conta circa 70mila membri, donne per lo più, che praticano l’agricoltura organica in 16stati del paese, una rete di 65 “banche dei semi” che conservano circa 6.000 varietà autoctone, e la Bija Vidyapeeth o Scuola del Seme che insegna a vivere in modo sostenibile.
Vandana viaggia in Africa, in Europa, in America Latina e in altri paesi asiatici, partecipando a conferenze internazionali e alle lotte contro gli organismi geneticamente modificati, la crescita ad ogni costo, l’ingiusta ripartizione delle risorse legata alla globalizzazione.
«Oggi siamo testimoni di una concentrazione senza precedenti del controllo del sistema agroalimentare internazionale in cui convergono essenzialmente tre aspetti: il controllo dei semi, dell’industria chimica e delle innovazioni biotecnologiche, attraverso il sistema dei brevetti. Il diritto al cibo, la libertà di disporre del cibo è una libertà per la quale la gente dovrà lottare come ha lottato per il diritto al voto. Solo che non vivi o muori sulla base del diritto al voto, ma vivi o muori sulla base del rifiuto del diritto di disporre di cibo».
Numerose sono le sue pubblicazioni tradotte in tutto il mondo. Di queste ricordiamo l’attualissimo Monocolture della mente (1995) a cui si è ispirato anche Ermanno Olmi nel suo documentario Terra Madre (2009).